Il collaboratore dispensava regolarmente medicinali e forniva consigli sull’impiego senza avere alcuna competenza professionale in materia
E’ una consuetudine ormai ricorrente quasi ovunque far servire i clienti della farmacia dal commesso. Un’abitudine che però è costata cara ad un farmacista di Alessandria denunciato dai carabinieri del Nas dopo aver scoperto un banconista a servire i medicinali ai clienti. Adesso oltre alla denuncia alla Procura di Asti rischia severi provvedimenti disciplinari da parte dell’Ordine.
Secondo i carabinieri erano anni che si verificava il caso di “abusivismo professionale farmaceutico”, ovvero era il collaboratore che dispensava regolarmente medicinali e forniva consigli sull’impiego senza avere alcuna competenza professionale in materia. L’accusa è quella di aver consentito che la vendita dei farmaci fosse eseguita da personale non farmacista. La norma, ribadisce il Nas, è molto chiara e prevede che i medicinali, in farmacia, siano dispensati al pubblico solo da persona laureata in farmacia ed iscritta all’Albo professionale provinciale così da assicurare che i farmaci siano erogati senza rischi per l’utenza.
Il farmacista, infatti, spesso conosce la “storia terapeutica” dell’assistito e inoltre, oltre a consegnare i medicina prescritti dal medico, svolge anche il delicato compito di fornire ogni utile istruzione sull’assunzione del farmaco. Stessa competenza viene richiesta nella vendita dei farmaci da banco dove è lo stesso farmacista a consigliare la scelta e a dettarne la corretta assunzione. Quello dell’abusivismo professionale farmaceutico non è un fenomeno nuovo ed è quasi sempre dettato dalla necessità di risparmiare sul costo dei dipendenti in carico alla farmacia. I farmacisti titolari sono pienamente consapevoli di correre il rischio di essere denunciati (insieme ai propri dipendenti) per esercizio abusivo della professione di farmacista.
Una denuncia che può preludere anche ad una sospensione e nei casi più gravi, alla radiazione dall’Albo professionale per violazione delle norme deontologiche. Altro rischio che il farmacista titolare si assume ogni volta che manda al banco di vendita un commesso al posto di un collega è quello di essere chiamato in giudizio nel caso di errata somministrazione di medicinali che comportino lesioni all’assistito.
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